domenica 29 settembre 2013

Le gerarchie sociali

Una società di ordini

Nell'antico regime leggi e diritti non erano uguali per tutti I diritti, infatti, non erano concepiti come proprio di ogni persona, ma come privilegi di nascita o elargiti dalle autorità. La società, dunque, non era divisa in classi (individui che condividono una medesima situazione economica), ma in ordini (detti anche ceti o stati, formati da individui che per nascita godono degli stessi diritti). In teoria la disuguaglianza fra gli ordini corrispondeva alle diverse funzioni sociali:



  • il clero (amministrava il culto divino);
  • la nobiltà (garantiva la difesa);
  • il Terzo stato (doveva lavorare per tutta la comunità);


L'egemonia della nobiltà


La nobiltà deteneva il primato sociale. La sua potenza era fondata sul controllo della terra. Al nobile era vietato lavorare e commerciare: doveva vivere delle rendite fondiarie, senza curarsi del denaro. Ciò portò molti nobili alla rovina. I nobili caduti in miseria continuavano a godere dei privilegi, ma il potere era di fatto nelle mani dell'elitè  che disponeva di grandi ricchezze. Ciò valeva anche per il clero, tutt'altro che ricco.

La borghesia

La borghesia doveva la sua fortuna agli affari e alle professioni liberali. I suoi ideali erano legati allo spirito di profitto: imprenditorialità, dedizione professionale e attenzione nella gestione del patrimonio. Dall'XI secolo si realizzò l'ascesa di questa classe sociale, in virtù della sua crescente ricchezza. Ma il primato sociale rimase alla nobiltà, tanto che i borghesi cercavano di accedere all'ordine nobiliare acquistando titoli e feudi.

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