Durante l'antico regime l'85% della popolazione viveva in campagna e l'agricoltura occupava il 65-90% della popolazione.
La produttività era bassa: l'unico modo per aumentare la produzione era ampliare la superficie coltivata. Per questo motivo pochi potevano vivere del lavoro altrui: anche vecchi, bambini e donne dovevano lavorare duramente.
La marginalità degli altri settori
Il peso dell'industria era marginale. Prevalentemente era rappresentata dalla bottega artigiana o dal lavoro a domicilio. Le grandi imprese erano poche, ed erano controllate dallo Stato o da finanzieri che spesso avevano acquisito le loro fortune nel commercio grande distanza. Proprio in questi settori, però, andava formandosi l'economia moderna.
Durante l'antico regime, l'immobilità dei villaggi rurali si contrappose alla vitalità delle città.
-La lentezza dei mezzi di trasporto ingigantiva le distanze, isolando le comunità rurali, che rimanevano estranee alle innovazioni economiche e sociali. Essendo difficile commerciare su lunghe distanze, i villaggi cercavano l'autosufficienza affidandosi all'autoconsumo e al baratto.
-Le città ospitavano una percentuale minima della popolazione. Tuttavia, proprio al loro interno, si trovavano i centri di controllo di tutte le più importanti funzioni politiche, economiche, culturali e militari. Nei centri urbani maturarono, quindi, le innovazioni economiche e sociali che avrebbero segnato il passaggio all'età contemporanea.