giovedì 26 settembre 2013

La Francia del re Sole

Luigi XIV, il re Sole

Fino al 1661 la Francia fu retta dall'abile cardinale Mazarino. Alla morte di quest'ultimo, Luigi XIV non nominò un primo ministro ma volle tenere il potere nelle proprie mani. Credeva all'origine divina del potere monarchico e scelse per sé l'emblema del Solesimbolo di potenza e centralità.Costruì uno Stato assoluto, identificando nella sua persona, che in seguito fu preso a modello dagli altri sovrani europei. Alla sua morte, nel 1715, il popolo festeggiò la fine del suo lungo ed oppressivo regno.

La monarchia assoluta accentra tutto il potere nelle mani del sovrano, che a suo arbitrio controlla organi e funzionari e convoca le assemblee rappresentative. Il re è vincolato solo dal rispetto dell'ortodossia religiosa e delle norme di successione al trono.













Re Sole, morto poi il primo settembre 1715, che da tempo era malato.







La centralizzazione del potere
Luigi XIV si proponeva obbiettivi politici:
  • rafforzare lo Stato eliminando le resistenze sociali,
  • rafforzare il proprio potere personale assumendo il controllo di tutta la macchina statale.  
Luigi XIV prese nuove misure anche verso i Parlamenti abolendo il diritto di rimostranza, cioè la facoltà di opporsi alle decisioni del re. L'opera di subornazione della grande nobiltà costituì il successo più evidente del re Sole. Il re Sole istituì un'efficace sistema di consigli, con competenze delimitate, che facevano capo a un Consiglio supremo di Stato costituito dal re e da tre ministri: affari segreti, interni e finanze. 

La politica

La politica fiscale e quella economica furono affidate a Jean-Baptiste Colbert, il quale: 
  • risanò il sistema fiscale e amministrativo, caratterizzato da abusi e inefficienza. Le entrate della corona aumentarono;
  • applicò la politica mercantilista, che prevede l'intervento statale a tutela della produzione interna con incentivi alle esportazioni e per limitare le importazioni.  
 Egli riformò l'esercito ed eresse fortificazioni lungo le frontiere. Puntava all'egemonia in Europa: durante il suo regno la Francia fu quasi costantemente in guerra.
Con la politica culturale cercò il controllo delle coscienze.
Il dissenso fu represso con la censura, e la cultura ufficiale produsse grandi opere celebrative della sua figura. Il re concepì la religione come uno strumento di governo: cercò di controllare il clero francese (gallicanesimo), scontrandosi con il papato. Inoltre combatté il dissenso religioso, perseguitando giansenisti e ugonotti, che rivendicavano la libertà di coscienza. 

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